Partiamo dall'esito del consiglio comunale di Zagarolo del 29 aprile 2014; Contrariamente a quanto si prevedeva, nella votazione relativa all'impianto di biogas di Passerano/Valle Martella, è prevalso il no al biogas!
Ma noi sappiamo bene che questo NO è stato carpito solo ed unicamente ad evitare di finire in minoranza, con tutto quello che ne consegue, oltre ad un flop nelle imminenti elezioni, sia europee che comunali della prossima primavera.
Per fermare un simile progetto è bene che la cittadinanza prenda coscienza che se si toglie "ossigeno" , non conviene più a chi specula sulla realizzazione ed al comune che ne trae consistente vantaggio economico.....è bene che venga meno l'alone di silenzio che circonda il progetto, dannoso per la salute.
Noi rimproveriamo a Leodori, il
perché sette anni fa, quando in provincia, e lui ne era il capo gruppo, perché
oltre ad essere l'ideatore con altri tre o quattro sindaci, tra cui l'ex
sindaco di Gallicano Sordi, di questo biogas, non ha informato i cittadini ?
perché si è saputo soltanto sei mesi fa? perché continua ad insistere che non è
biogas, quando dai documenti emerge che è biogas? Un'altra cosa caro Leodori, dovrà capire, e lei fa finta d'ignorarlo, a Valle Martella come ai Colli ed a Zagarolo, i comitati rimasti sono solo quelli asserviti a quest'amministrazione per un piatto di minestra riscaldata! L'associazione U.R.A.Z., è nata tre anni fà proprio sulle ceneri di quei comitati fatti tacitare perchè disturbavano il manovratore.
E' bene ricordare che siamo e saremo dalla parte dei cittadini e continuiamo a vigilare sul:
E' bene ricordare che siamo e saremo dalla parte dei cittadini e continuiamo a vigilare sul:
- NO AL BIOGAS - VALLE MARTELLA/PASSERANO!
- NO AL COMPOSTAGGIO INDUSTRIALE A 300 METRI DALLE ABITAZIONI!
- NO AD UN INUTILE RACCORDO BIS A PEDAGGIO CHE PASSA VICINO A PRATO RINALDO, TAGLIA IN DUE LA TENUTA PALLAVICINI E PASSA SOPRA LE ABITAZIONI DI VALLE MARTELLA!
- NO AD UNA DISCARICA DI CALCINACCI, CON ANNESSO IMPIANTO, VICINO ALLE ABITAZIONI DI PRATO RINALDO!.
--->articoli di riferimento.
ex Cantina Vinicola Gabinia
Pubblichiamo con piacere la risposta resa dal Sindaco di Zagarolo nel primo semestre del 2004, tesa a rassicurare i cittadini di Zagarolo residenti in zona Colle Pallavicini, a seguito della cessione dell'ex Cantina Vinicola Gabinia che, nelle intenzioni, doveva essere convertita in un "innovativo" centro di compostaggio dei rifiuti organici.
Peccato che dopo qualche mese la pubblicazione della nota di che trattasi, la società Masan a cui era stata ceduta la Cantina, rilevava aspetti inquietanti, ma evidentemente sfuggiti nel corso dell'analisi del piano industriale.
Così dalle belle e rassicuranti parole del 2004, ci ritroviamo oggi un impianto in stato di abbandono. Ci auguriamo che, presto o tardi, sia fatta luce su questa triste vicenda e che i cittadini di Zagarolo siano messi al corrente delle motivazioni (...?) in base alle quali si è decisa la vendita dell'ex Cantina Sociale Gabinia un tempo fonte di benessere nell'ambito del territorio Comunale.
Il messaggero
8 luglio 2004
La Masan stava per mettere in funzione un altro centro di compostaggio anche a ZAGAROLO, in provincia di Roma, identico a quello di Magliano Sabina. E la popolazione della frazione Colle Pallavicini stava raccogliendo le firme contro l’insediamento quando gli arresti ordinati dalla procura di Rieti nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore della MASAN, hanno di fatto bloccato l’inizio dell’attività nel capannone di ZAGAROLO. Anche lì adesso si sono allargate le indagini della Forestale reatina e dei carabinieri del Noe, per verificare soprattutto la regolarità delle autorizzazioni. La stessa cosa che gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Palazzi stanno cercando di appurare a Rieti, passando al setaccio gli atti firmati dalla Provincia e da altri enti. L’inchiesta che ha portato a scoprire come rifiuti pericolosi fossero falsamente trasformati in concime per l’agricoltura, affonda in realtà le sue origini alla fine degli anni ’90 quando, sempre la Forestale, intercettò degli autotreni che provenivano dal nord Italia e che trasportavano rifiuti speciali e dei contenitori al cui interno c’erano grandi quantità di poleveri provenienti dall’abbattimento di fumi nelle industrie. Luogo di destinazione era proprio Magliano Sabina e l’area era quella dove poi la Masan ha realizzato il centro di compostaggio. L’indagine dell’ex pm Baldanza si estese agli autotrasportatori e al titolare della società che gestiva il traffico, ma poi fu archiviata perchè i termini d’indagine risultarono prescritti. Quando è subentrato Massimo DAMI con la sua MASAN, l’attenzione degli investigatori è nuovamente salita e la Forestale ha cominciato a tenere sotto controllo i movimenti dei camion in entrata e in uscita dal centro di Magliano. Fino all’autocarro intercettato il 23 maggio 2003 che ha consentito di scoprire il traffico illecito. Ieri sono intanto iniziati gli interrogatori per rogatoria dei sette arrestati nel corso dell’operazione ”Agricoltura biologica” che si concluderanno domani. Da sabato toccherà al sostituto procuratore Palazzi iniziare il giro dei vari carceri dove sono detenute le persone indagate. Nel frattempo la Coldiretti di Rieti annuncia di essere pronta ad agire per la tutela legale di imprese agricole e cittadini-consumatori, e di voler mettere in campo azioni in nome dei principi di massima trasparenza e di tolleranza zero verso chi inquina e opera in maniera illegale sul territorio.
Il messaggero
Anonimo ha detto...
vogliamo ricordare che il primo cittadino di Zagarolo (Leodori) è stato insistentemente lo sponsor unico di Masan o meglio del sig.Massimo DAMI!!!!!!!!
Gente!!!!!! MEDITATE!!!!!
Roberto Bressone Masan, è arrivato il giorno delle sentenze tra condanne e assoluzioni. Nella requisitoria il pubblico ministero Cristina Cambi – in virtù dell'azione criminale condotta dalla Masan (nella foto uno scorcio) e per la gravità dei danni ambientali provocati – aveva richiesto per i 19 imputati oltre 50 anni di carcere. Condannati a quattro anni i due principali imputati: Massimo Dami, il pistoiese amministratore unico dell'azienda sabina e il suo braccio destro a Magliano Michele Falaschi, responsabile tecnico dell'impianto. Tre anni invece per altri soggetti ritenuti comunque menti dell'organizzazione come Luigi Cardiello, Roberto Caldini, Giuseppe Bartelloni, collaboratore di un'azienda agricola viterbese, Silvestri e Manerchia. Assoluzione per Morena Tosoni, titolare, con il marito, di una ditta di espurghi. Per gli effetti dell'indulto tutti i condannati beneficeranno di uno sconto di tre anni sulla pena. A conclusione dell'inchiesta vennero denunciate trenta persone, delle quali sette finirono in manette per reati che andavano dal traffico illecito di rifiuti al falso ideologico fino alla truffa ai danni dell'erario. Sul banco degli imputati imprenditori, intermediari e autotrasportatori compiacenti. Nel corso del lungo procedimento giudiziario – più e più volte rinviato per via delle eccezioni sollevate dal collegio della difesa (tra cui anche i penalisti reatini Michele e Raffaele Balacco) – era stato accertato che il collaudato meccanismo messo in essere dal "sistema Masan" trasformava i rifiuti solo su bolle e carteggi senza sottoporlo ad alcun trattamento. Così tutti ci guadagnavano: proprietari, gestori della Masan, titolari delle aziende agricole e autotrasportatori. Se poi qualcuno appariva perplesso veniva convinto "in contanti". La sentenze di ieri hanno interessato ben 16 imputati a vario titolo nella vicenda mentre per altri tre il pm Cambi aveva sollecitato l'assoluzione. Altri due imputati erano stati invece giudicati in precedenza e condannati con riti alternativi: il biologo Alessandro Viviani, accusato di falsificare le analisi del compost (pena patteggiata e convertita in multa) e il trasportatore Emilio Galiani (rito abbreviato) condannato ad un anno (pena estinta per gli effetti dell'indulto). Tra 45 giorni le motivazioni della sentenza del giudice Andrea Fanelli.
http://test.ricerca.repubblica.it/iltirreno/topic/societa/m/masan
http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2007/06/21/news/tangenti-e-appalti-pilotati-diciotto-indagati-1.4541639
http://www.primadanoi.it/news/518836/Fertilizzante-cancerogeno-chiuse-le-indagini-preliminari-Due-indagati.html
http://maglianoinsieme.blogspot.it/2009/03/chi-paghera-i-danni-prodotti-dalla.html
e sapete che fine ha fatto Massimo Dami!
....è sempre sotto le attenzioni della magistratura per impianti di compostaggio (inquinanti) nel Lazio, Umbria, Abruzzo e Toscana...
ma non è andato molto lontano! sempre sul filo di rasoio della legalità, per una vicenda legata al passaggio di poteri all'interno della Fondazione Filippo Turati onlus, colosso pistoiese dell'assistenza ... (vedi Colle del Pero), ma questa è un'altra storia!
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2010/11/10/news/fondazione-turati-notaio-a-giudizio-1.2163955!
ex Cantina Vinicola Gabinia
Pubblichiamo con piacere la risposta resa dal Sindaco di Zagarolo nel primo semestre del 2004, tesa a rassicurare i cittadini di Zagarolo residenti in zona Colle Pallavicini, a seguito della cessione dell'ex Cantina Vinicola Gabinia che, nelle intenzioni, doveva essere convertita in un "innovativo" centro di compostaggio dei rifiuti organici.
Peccato che dopo qualche mese la pubblicazione della nota di che trattasi, la società Masan a cui era stata ceduta la Cantina, rilevava aspetti inquietanti, ma evidentemente sfuggiti nel corso dell'analisi del piano industriale.
Così dalle belle e rassicuranti parole del 2004, ci ritroviamo oggi un impianto in stato di abbandono. Ci auguriamo che, presto o tardi, sia fatta luce su questa triste vicenda e che i cittadini di Zagarolo siano messi al corrente delle motivazioni (...?) in base alle quali si è decisa la vendita dell'ex Cantina Sociale Gabinia un tempo fonte di benessere nell'ambito del territorio Comunale.
Il messaggero
8 luglio 2004
La Masan stava per mettere in funzione un altro centro di compostaggio anche a ZAGAROLO, in provincia di Roma, identico a quello di Magliano Sabina. E la popolazione della frazione Colle Pallavicini stava raccogliendo le firme contro l’insediamento quando gli arresti ordinati dalla procura di Rieti nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore della MASAN, hanno di fatto bloccato l’inizio dell’attività nel capannone di ZAGAROLO. Anche lì adesso si sono allargate le indagini della Forestale reatina e dei carabinieri del Noe, per verificare soprattutto la regolarità delle autorizzazioni. La stessa cosa che gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Palazzi stanno cercando di appurare a Rieti, passando al setaccio gli atti firmati dalla Provincia e da altri enti. L’inchiesta che ha portato a scoprire come rifiuti pericolosi fossero falsamente trasformati in concime per l’agricoltura, affonda in realtà le sue origini alla fine degli anni ’90 quando, sempre la Forestale, intercettò degli autotreni che provenivano dal nord Italia e che trasportavano rifiuti speciali e dei contenitori al cui interno c’erano grandi quantità di poleveri provenienti dall’abbattimento di fumi nelle industrie. Luogo di destinazione era proprio Magliano Sabina e l’area era quella dove poi la Masan ha realizzato il centro di compostaggio. L’indagine dell’ex pm Baldanza si estese agli autotrasportatori e al titolare della società che gestiva il traffico, ma poi fu archiviata perchè i termini d’indagine risultarono prescritti. Quando è subentrato Massimo DAMI con la sua MASAN, l’attenzione degli investigatori è nuovamente salita e la Forestale ha cominciato a tenere sotto controllo i movimenti dei camion in entrata e in uscita dal centro di Magliano. Fino all’autocarro intercettato il 23 maggio 2003 che ha consentito di scoprire il traffico illecito. Ieri sono intanto iniziati gli interrogatori per rogatoria dei sette arrestati nel corso dell’operazione ”Agricoltura biologica” che si concluderanno domani. Da sabato toccherà al sostituto procuratore Palazzi iniziare il giro dei vari carceri dove sono detenute le persone indagate. Nel frattempo la Coldiretti di Rieti annuncia di essere pronta ad agire per la tutela legale di imprese agricole e cittadini-consumatori, e di voler mettere in campo azioni in nome dei principi di massima trasparenza e di tolleranza zero verso chi inquina e opera in maniera illegale sul territorio.
Il messaggero
Anonimo ha detto...
vogliamo ricordare che il primo cittadino di Zagarolo (Leodori) è stato insistentemente lo sponsor unico di Masan o meglio del sig.Massimo DAMI!!!!!!!!
Gente!!!!!! MEDITATE!!!!!
Roberto Bressone Masan, è arrivato il giorno delle sentenze tra condanne e assoluzioni. Nella requisitoria il pubblico ministero Cristina Cambi – in virtù dell'azione criminale condotta dalla Masan (nella foto uno scorcio) e per la gravità dei danni ambientali provocati – aveva richiesto per i 19 imputati oltre 50 anni di carcere. Condannati a quattro anni i due principali imputati: Massimo Dami, il pistoiese amministratore unico dell'azienda sabina e il suo braccio destro a Magliano Michele Falaschi, responsabile tecnico dell'impianto. Tre anni invece per altri soggetti ritenuti comunque menti dell'organizzazione come Luigi Cardiello, Roberto Caldini, Giuseppe Bartelloni, collaboratore di un'azienda agricola viterbese, Silvestri e Manerchia. Assoluzione per Morena Tosoni, titolare, con il marito, di una ditta di espurghi. Per gli effetti dell'indulto tutti i condannati beneficeranno di uno sconto di tre anni sulla pena. A conclusione dell'inchiesta vennero denunciate trenta persone, delle quali sette finirono in manette per reati che andavano dal traffico illecito di rifiuti al falso ideologico fino alla truffa ai danni dell'erario. Sul banco degli imputati imprenditori, intermediari e autotrasportatori compiacenti. Nel corso del lungo procedimento giudiziario – più e più volte rinviato per via delle eccezioni sollevate dal collegio della difesa (tra cui anche i penalisti reatini Michele e Raffaele Balacco) – era stato accertato che il collaudato meccanismo messo in essere dal "sistema Masan" trasformava i rifiuti solo su bolle e carteggi senza sottoporlo ad alcun trattamento. Così tutti ci guadagnavano: proprietari, gestori della Masan, titolari delle aziende agricole e autotrasportatori. Se poi qualcuno appariva perplesso veniva convinto "in contanti". La sentenze di ieri hanno interessato ben 16 imputati a vario titolo nella vicenda mentre per altri tre il pm Cambi aveva sollecitato l'assoluzione. Altri due imputati erano stati invece giudicati in precedenza e condannati con riti alternativi: il biologo Alessandro Viviani, accusato di falsificare le analisi del compost (pena patteggiata e convertita in multa) e il trasportatore Emilio Galiani (rito abbreviato) condannato ad un anno (pena estinta per gli effetti dell'indulto). Tra 45 giorni le motivazioni della sentenza del giudice Andrea Fanelli.
http://test.ricerca.repubblica.it/iltirreno/topic/societa/m/masan
http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2007/06/21/news/tangenti-e-appalti-pilotati-diciotto-indagati-1.4541639
http://www.primadanoi.it/news/518836/Fertilizzante-cancerogeno-chiuse-le-indagini-preliminari-Due-indagati.html
http://maglianoinsieme.blogspot.it/2009/03/chi-paghera-i-danni-prodotti-dalla.html
e sapete che fine ha fatto Massimo Dami!
....è sempre sotto le attenzioni della magistratura per impianti di compostaggio (inquinanti) nel Lazio, Umbria, Abruzzo e Toscana...
ma non è andato molto lontano! sempre sul filo di rasoio della legalità, per una vicenda legata al passaggio di poteri all'interno della Fondazione Filippo Turati onlus, colosso pistoiese dell'assistenza ... (vedi Colle del Pero), ma questa è un'altra storia!
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2010/11/10/news/fondazione-turati-notaio-a-giudizio-1.2163955!
Due righe le dobbiamo spendere anche per un settimanale locale, il quale non merita nè di essere nominato e nè acquistato per 1,50 euro di totale sponsorizzazione dei poteri forti locali! dove reiteratamente si esternano i pensieri a "senso unico", pubblicando interviste dei politici, ignorando totalmente il pensiero delle associazioni e dei cittadini, tanto che, ad esempio, nella questione biogas si sono ben guardati di pubblicare il nome dei vari comitati ed associazioni, facendo credere al lettore che il nostro No è volto solo a creare confusione....ma è sotto gli occhi del lettore attento che si evidenziano abili rimescolamenti nella questione biogas/compostaggio, proprio per disorientare il cittadino.
Ricordiamo che:
Ricordiamo che:
IL COMITATO PER GALLICANO
IL COMITATO DI DIFESA DEL TERRITORIO COLLI PRENESTINI-CASTELLI ROMANI
L'ASSOCIAZIONE URAZ
E TANTI ALTRI COMITATI ED ASSOCIAZIONI COLLEGATE PRESENTI NEL CIRCONDARIO.......
sono preparati nel dare qualsiasi contributo atto a chiarire la questione biogas/compostaggio! contrariamente a quanto vogliono far crede questi poteri forti!
IL COMITATO DI DIFESA DEL TERRITORIO COLLI PRENESTINI-CASTELLI ROMANI
L'ASSOCIAZIONE URAZ
E TANTI ALTRI COMITATI ED ASSOCIAZIONI COLLEGATE PRESENTI NEL CIRCONDARIO.......
sono preparati nel dare qualsiasi contributo atto a chiarire la questione biogas/compostaggio! contrariamente a quanto vogliono far crede questi poteri forti!
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