sabato 18 agosto 2012

Colle Pallavicini - continuano le prese per il c....


L'amministrazione comunale con determina, che potete vedere di seguito, ha assunto un'impegno di spesa per lavori di manutenzione del verde pubblico e bonifica di aree comunali! 

Da una prima analisi l'amministrazione disattende l'applicazione della norma di legge, comma 461 art.2 - finanziaria 2008.

Il comma 461 della legge n.244/2007 ha lo scopo di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali così da garantire la qualità, l'universalità e la economicità delle relative prestazioni, in sede di stipula dei contratti di servizio.

Quindi l'amministrazione comunale ha impegnato la somma di 20 mila euro per la pulizia dell'area antistante l'ex cantina sociale (alla fine dell'articolo rinfrescheremo la memoria a chi non ricorda o non vuol ricordare la storia dell'ex cantina sociale), un tratto di 500 metri circa ed il ripristino di una vecchia fontana, ora non più attiva per assenza d'acqua, a suo tempo adibita all'abbeveraggio degli animali.





Mentre continuano le scusanti per l'omessa fornitura dell'acqua potabile nelle case - come meglio spiegato in un nostro precedente articolo che vi invitiamo a visionare all'indirizzo: http://associazionivallemartellacollizagarol.blogspot.it/2011/12/colle-pallavicini-senza-acqua-nelle.html 
-quest'opera può sembrare un contentino per qualcuno o una ennesima presa in giro.

Visionate il filmato per rendervi conto di cosa è stato fatto e chi più esperto di noi potrà dirci se  la spesa di 20 mila euro,  è congrua per i lavori eseguiti.

Occorre ricordare che altri colli, altre aree, altre valli, altre piazze, come Piazza della Pace, http://associazionivallemartellacollizagarol.blogspot.it/2012/08/zagarolo-piazza-della-pacemonnezza.html, hanno urgente bisogno d'interventi per manutenzione del verde pubblico!

Non c'è bisogno, comunque, di andare molto lontano! Siamo andati a visionare le strade laterali ricadenti su Via Colle Pallavicini; nulla è mai stato fatto! asfalto nulla! spini,  anfratti ed arbusti  ovunque!
Nello specifico c'è la strada di collegamento tra Colle Pallavicini e Colle Massimo, non asfaltata e da sempre oggetto di discarica che ostruisce tutti i canali di scolo delle acque piovane. Tale strada è percorsa giornalmente dai mezzi della raccolta differenziata e dagli scuolabus e anche per questo è stata interpellata l'amministrazione comunale, e l'Assessora Bonameneta, ha una sola risposta,  sempre la stessa, NON CI SONO I SOLDI! (meditate gente).

VIDEO SU COLLE PALLAVICINI

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 ex Cantina Vinicola Gabinia
Pubblichiamo con piacere la risposta resa dal Sindaco di Zagarolo nel primo semestre del 2004, tesa a rassicurare i cittadini di Zagarolo residenti in zona Colle Pallavicini, a seguito della cessione dell'ex Cantina Vinicola Gabinia che, nelle intenzioni, doveva essere convertita in un "innovativo" centro di compostaggio dei rifiuti organici.
Peccato che dopo qualche mese la pubblicazione della nota di che trattasi, la
società Masan a cui era stata ceduta la Cantina, rilevava aspetti inquietanti, ma evidentemente sfuggiti nel corso dell'analisi del piano industriale.
Così dalle belle e rassicuranti parole del 2004, ci ritroviamo oggi un
impianto in stato di abbandono, rifugio per cani randagi e, non di rado, discarica di spazzatura in tutta la zona antistante l'ingresso.Ci auguriamo che, presto o tardi, sia fatta luce su questa triste vicenda e che i cittadini di Zagarolo siano messi al corrente delle motivazioni (...?) in base alle quali si è decisa la vendita dell'ex Cantina Sociale Gabinia un tempo fonte di benessere nell'ambito del territorio Comunale.
Anonimo ha detto...
Il messaggero
8 luglio 2004

La Masan stava per mettere in funzione un altro centro di compostaggio anche a ZAGAROLO, in provincia di Roma, identico a quello di Magliano Sabina. E la popolazione della frazione Colle Pallavicini stava raccogliendo le firme contro l’insediamento quando gli arresti ordinati dalla procura di Rieti nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore della MASAN, hanno di fatto bloccato l’inizio dell’attività nel capannone di ZAGAROLO. Anche lì adesso si sono allargate le indagini della Forestale reatina e dei carabinieri del Noe, per verificare soprattutto la regolarità delle autorizzazioni. La stessa cosa che gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Palazzi stanno cercando di appurare a Rieti, passando al setaccio gli atti firmati dalla Provincia e da altri enti. L’inchiesta che ha portato a scoprire come rifiuti pericolosi fossero falsamente trasformati in concime per l’agricoltura, affonda in realtà le sue origini alla fine degli anni ’90 quando, sempre la Forestale, intercettò degli autotreni che provenivano dal nord Italia e che trasportavano rifiuti speciali e dei contenitori al cui interno c’erano grandi quantità di poleveri provenienti dall’abbattimento di fumi nelle industrie. Luogo di destinazione era proprio Magliano Sabina e l’area era quella dove poi la Masan ha realizzato il centro di compostaggio. L’indagine dell’ex pm Baldanza si estese agli autotrasportatori e al titolare della società che gestiva il traffico, ma poi fu archiviata perchè i termini d’indagine risultarono prescritti. Quando è subentrato Massimo DAMI con la sua MASAN , l’attenzione degli investigatori è nuovamente salita e la Forestale ha cominciato a tenere sotto controllo i movimenti dei camion in entrata e in uscita dal centro di Magliano. Fino all’autocarro intercettato il 23 maggio 2003 che ha consentito di scoprire il traffico illecito. Ieri sono intanto iniziati gli interrogatori per rogatoria dei sette arrestati nel corso dell’operazione ”Agricoltura biologica” che si concluderanno domani. Da sabato toccherà al sostituto procuratore Palazzi iniziare il giro dei vari carceri dove sono detenute le persone indagate. Nel frattempo la Coldiretti di Rieti annuncia di essere pronta ad agire per la tutela legale di imprese agricole e cittadini-consumatori, e di voler mettere in campo azioni in nome dei principi di massima trasparenza e di tolleranza zero verso chi inquina e opera in maniera illegale sul territorio.

Il messaggero
Anonimo ha detto...
vogliamo ricordare che il primo cittadino di Zagarolo (Leodori) è stato insistentemente lo sponsor unico di Masan o meglio del sig.Massimo DAMI!!!!!!!!

Gente!!!!!! MEDITATE!!!!!
Roberto Bressone Masan, è arrivato il giorno delle sentenze tra condanne e assoluzioni. Nella requisitoria il pubblico ministero Cristina Cambi – in virtù dell'azione criminale condotta dalla Masan (nella foto uno scorcio) e per la gravità dei danni ambientali provocati – aveva richiesto per i 19 imputati oltre 50 anni di carcere. Condannati a quattro anni i due principali imputati: Massimo Dami, il pistoiese amministratore unico dell'azienda sabina e il suo braccio destro a Magliano Michele Falaschi, responsabile tecnico dell'impianto. Tre anni invece per altri soggetti ritenuti comunque menti dell'organizzazione come Luigi Cardiello, Roberto Caldini, Giuseppe Bartelloni, collaboratore di un'azienda agricola viterbese, Silvestri e Manerchia. Assoluzione per Morena Tosoni, titolare, con il marito, di una ditta di espurghi. Per gli effetti dell'indulto tutti i condannati beneficeranno di uno sconto di tre anni sulla pena. A conclusione dell'inchiesta vennero denunciate trenta persone, delle quali sette finirono in manette per reati che andavano dal traffico illecito di rifiuti al falso ideologico fino alla truffa ai danni dell'erario. Sul banco degli imputati imprenditori, intermediari e autotrasportatori compiacenti. Nel corso del lungo procedimento giudiziario – più e più volte rinviato per via delle eccezioni sollevate dal collegio della difesa (tra cui anche i penalisti reatini Michele e Raffaele Balacco) – era stato accertato che il collaudato meccanismo messo in essere dal "sistema Masan" trasformava i rifiuti solo su bolle e carteggi senza sottoporlo ad alcun trattamento. Così tutti ci guadagnavano: proprietari, gestori della Masan, titolari delle aziende agricole e autotrasportatori. Se poi qualcuno appariva perplesso veniva convinto "in contanti". La sentenze di ieri hanno interessato ben 16 imputati a vario titolo nella vicenda mentre per altri tre il pm Cambi aveva sollecitato l'assoluzione. Altri due imputati erano stati invece giudicati in precedenza e condannati con riti alternativi: il biologo Alessandro Viviani, accusato di falsificare le analisi del compost (pena patteggiata e convertita in multa) e il trasportatore Emilio Galiani (rito abbreviato) condannato ad un anno (pena estinta per gli effetti dell'indulto). Tra 45 giorni le motivazioni della sentenza del giudice Andrea Fanelli.
e sapete che fine ha fatto Massimo Dami!
è sempre sotto le attenzioni della magistratura per impianti di compostaggio (inquinanti) nel Lazio, Umbria, Abruzzo e Toscana...
ma non è andato molto lontano! sempre sul filo di rasoio della legalità, "bazzica"  nella nostra zona! vedi clinica Turati di Colle del Pero!




1 commento:

  1. Anonimo19 agosto 2012 18:03

    Ma sapete chi c'è dietro la società Serviplus?
    Be se non lo sapete ve lo dico io, un tipo che si chiama Germano, non so il cognome, esponente del PD di San Cesareo che in qualche modo deve essere legato a soggetti del CEP ( penso A. B. anch'essa esponente del PD di San Cesareo). Al CEP, feudo di Leodori, ultimamente ha fatto assumere un
    amico di famiglia e una amica della Buonamoneta!
    Insomma questi 20.000 euro servirano per la campagna elettorale del Leodori presso il PD di San Cesareo!
    Avete capito si??????????

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